Qualche tempo fa abbiamo parlato di Jeanloup Sieff, come uno dei nostri autori di riferimento per quanto riguarda la fotografia di moda e di nudo.
Lo studiamo in particolare nel nostro workshop La Forma della Bellezza, accostato a un celebre autore americano degli anni '50, Irving Penn.
Perché l'accostamento di questi due fotografi? La dedizione di entrambi all'aspetto formale dell'immagine.
Irving Penn inizia la sua carriera nell'arte prima come pittore, che come fotografo, per poi decidersi di non avere talento per questa forma artistica e scoprire invece la fotografia durante un viaggio in Messico.
Tornato a New York, nel 1943 viene assunto come assistente dall'art director di Vogue e il resto è storia: nell'Ottobre di quello stesso anno, a soli 26 anni, esce la sua prima copertina di Vogue, inaugurando una fruttuosa collaborazione che dura più di sessanta anni.
Quindi, dicevamo: la dedizione alla forma, più che al soggetto.
La sua formazione pittorica gli permette di vedere la fotografia con un atteggiamento volto al recupero della difficoltà operativa, all’intervento manuale, così da esorcizzare quella caratteristica di meccanicità massificante che differenzia il mezzo fotografico da quello pittorico.
Per Penn i soggetti non sono altro che dei pretesti utili per esibire un esercizio formale fatto di linee, volumi, silhouette, che si sviluppa in un’attenzione quasi maniacale ai dettagli, ai particolari, in uno stile raffinato ed elegante. I tagli dell’inquadratura sono spesso audacissimi, tanto da escludere anche mezza fronte del soggetto e tali da dimostrare come siano i singoli individui a dover adattarsi al “sistema Penn” e non viceversa.
Per questa sua propensione al controllo di ogni elemento l'artista ha sempre prediletto la fotografia in studio a quella in esterni, e l'idea di costringere il soggetto nel proprio schema stilistico, trova la sua massima espressione nel suo famoso set angolare dove Penn ha ritratto tanti protagonisti della vita artistica e culturale.
Insieme ai ritratti, l'opera di Penn si sviluppa, come dicevamo, nella fotografia di moda.
Con lui comincia a ridefinirsi la figura stessa del fotografo di moda, non più semplicemente fotografo di abiti, ma autore a tutti gli effetti. L’opera di Penn manifesta un’attenzione quasi maniacale alla resa del dettaglio, alla valorizzazione grafica dei soggetti, all’evidenziazione della texture dei materiali.
L'immagine che forse meglio esprime la poetica dell'artista è Jeune fille avec du tabac sur la langue: giovane ragazza con tabacco sulla lingua. La modella è ritratta di fronte ma con il viso girato a sinistra; l’ampio cappello nero crea una linea diagonale che sembra
unirsi con quella creata dalla scollatura dell’abito. Il centro dell’immagine, sia geometrico che emotivo, è costituito dalla lingua della modella, irrigidita appena oltre la linea delle labbra. La mano sinistra alzata all’altezza del volto, regge una sigaretta fra indice e medio, mentre l’unghia lunga e smaltata dell’anulare è impegnata a togliere dalla punta della lingua un frammento di tabacco. Il gesto che potrebbe apparire provocatorio, nello scatto di Penn acquista un’eleganza straordinaria, si fa sublime, assoluto.
L’omaggio di Penn alla pittura ha poi assunto i modi della citazione esplicita e diretta come nell’immagine scattata nel 1952 dove la modella Lisa Fonnsagrives è ritratta davanti ad un tavolino attrezzato per il tè all’interno di un edificio marocchino, così da ricordare gli analoghi interni con odalische dipinti. Ogni corpo, ogni abito, ogni accessorio inquadrato dal suo mirino acquista un carattere sospeso, metafisico.
Irving Penn è scomparso le 2009, ma continua a ispirare con la sua opera i fotografi contemporanei.
Anche nel nostro workshop La forma della Bellezza, ci ispiriamo al suo set angolare e all'esaltazione delle forme e dei volumi, esaltati dal bianco e nero, tipici dello stile di Penn.
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