Qualche tempo fa abbiamo parlato di un tipo di fotografia particolare, la tecnica Low-Key. Di cosa si trattava?
Quando dobbiamo scattare una fotografia, uno dei primi elementi che istintivamente valutiamo è la quantità di luce che deve entrare in macchina per ottenere la corretta esposizione dell'immagine, giusto?
A volte però ci capita di guardare una specifica fotografia e trovarla palesemente e volutamente sovraesposta o sottoesposta, un effetto che percepiamo essere stato ricercato ad hoc al fine di ottenere un effetto di grande luminosità e "leggerezza" o, al contrario, per donare all'immagine un'atmosfera cupa, drammatica o misteriosa.
Si tratta di due tecniche di scatto specifiche, definite High-Key (o chiave alta) e Low-Key (o chiave bassa) molto usate soprattutto nella fotografia di moda e commerciale.
Fotografie di Antonio Crisà
Dopo aver analizzato le caratteristiche e le tecniche specifiche per ottenere delle immagini Low-Key, oggi vediamo la tecnica opposta, la fotografia High-Key.
Le immagini High-Key
Le immagini High-Key sono immagini chiare, in cui è evidente la predominanza di toni chiari, in particolare del bianco, e la quasi completa assenza di ombre fortemente contrastate.
La componente essenziale per la realizzazione di questa tipologia di immagini è la grande quantità di luce presente che restituisce allo spettatore un'immediata sensazione di purezza, di freschezza e positività.
Per questo motivo è spesso utilizzata per fotografare bambini o volti dai lineamenti eterei, ma la si trova anche molto in ambito commerciale per realizzare materiale pubblicitario in ambito estetico, farmaceutico o nel campo del design: si presta infatti bene a definire la linearità, le forme e le peculiarità dei materiali dei singoli oggetti.
La tecnica
Quando vogliamo realizzare uno scatto in High Key, la prima cosa da cui partire è la luce chiave, ovvero definire una luce principale. Una volta decisa questa fonte luminosa (naturale o artificiale), bisogna osservare dove cadono le ombre e posizionare una luce di riempimento o un pannello riflettente, che possa praticamente di annullare le parti scure.
In questo scatto la modella è illuminata dalla luce proveniente da una grande finestra sulla destra. Questa luce chiave, provenendo da una posizione laterale, avrebbe creato diverse ombre sul lato opposto del corpo. Posizionando un grande pannello riflettente in direzione opposta alla luce principale, sono state riempite le ombre che si sarebbero naturalmente create. Per conferire ulteriore luminosità all'intera immagine, la foto è stata poi ulteriormente elaborata in post produzione per uniformare il colore chiaro dello sfondo, lasciando un bel contrasto cromatico con i dettagli del viso e i capelli della modella.
In studio
Generalmente, per avere il massimo controllo della luce sul soggetto, inclinazione, caduta e produzione delle ombre, l'ideale sarebbe creare questo tipo di set in studio, perché lavorare in luce naturale, per quanto risulti decisamente più comodo ed economico, porta alcuni rischi, come la variazione della posizione del sole o eventuale presenza di nuvole. Lavorare in studio, permetterà di poter controllare la posizione, l'inclinazione e l'intensità della nostra illuminazione in maniera flessibile ed estremamente precisa.
Un suggerimento è quello di lavorare con luce continua, che permetterà di vedere immediatamente il risultato del nostro set, oppure alzare l'intensità delle luci pilota dei nostri flash da studio per darci l'idea di come la luce possa avere effetto sul nostro soggetto.
Che si tratti di luce continua o flash da studio, la regola fondamentale per questo tipo di scatto, è evitare assolutamente la produzione di luce dura che causerebbe ombre fortemente contrastate. È necessario quindi l'utilizzo di modificatori, anche di grandi dimensioni per ottenere una luce diffusa e morbida.
Se usate una luce di riempimento, per bilanciare le eventuali ombre prodotte dalla luce principale, questa dovrà avere una potenza ridotta almeno di uno stop rispetto alla fonte luminosa predominante. Questa differenza di luminosità servirà a creare un piccolo contrasto di ombre, quel tanto necessario a creare comunque, una tridimensionalità del soggetto che rischierebbe di diventare eccessivamente piatto. Inoltre, per avere un fondo perfettamente schiarito, dovrete aggiungere una o più fonti luminose posizionate direttamente sullo sfondo, dietro al soggetto, che permetteranno di avere un bianco pulito e nitido.
Ecco uno schema tipico per un ritratto High Key prodotto in studio.
Una soluzione ugualmente efficace e molto usata nelle foto di prodotto, prevede di usare una luce proprio come sfondo posizionata dietro uno schermo diffusore che permetterà di avere un fondo bianco completamente pulito, e il soggetto posto di fronte allo schermo. Come nel caso precedente, potranno essere utilizzati due schermi riflettenti o due luci di riempimento posizionati frontalmente al soggetto, secondo lo schema sottostante.
Come detto poco sopra, importantissimo è che la luce sia il più morbida e diffusa possibile perché lo scopo principale è che la luce avvolga letteralmente il nostro soggetto. Nel caso in cui non si posseggano dei softbox adatti al nostro flash, un'idea potrebbe essere quella di puntare le luci verso pannelli riflettenti posizionati frontalmente al soggetto. In questo caso, la luce colpirà i pannelli e si diffonderà uniformemente illuminando in maniera morbida gli elementi frontali.
In esterno
Se questa tecnica si presta egregiamente per la realizzazione di ritratti e foto di prodotto, può dare incredibili risultati anche in ambito paesaggistico... certo, nel caso specifico non tutte le ambientazioni saranno ideali, ma, come è facile pensare, tutte le condizioni in cui è presente una superficie innevata, possono regalare interessanti prospettive. Ovviamente in questo caso, vi troverete ad utilizzare un'unica fonte di luce e nessun elemento su cui farla rimbalzare, quindi queste situazioni richiedono un po' più di abilità, ma ricordatevi che sperimentare è la chiave per ottenere scatti sempre migliori.
In conclusione, possiamo dire che indipendentemente dalla posizione e dalla scelta della fonte luminosa, l'idea principale di questa tecnica è quella di ottenere un ambiente diafano, dove il soggetto diventa davvero protagonista unico dell'inquadratura. Il miglior modo per iniziare a sperimentare è avere un'idea, un progetto in testa e iniziare a provare e riprovare. Una volta che l'idea si è formata nella vostra mente, non resta altro che “pennellare” di luce il vostro soggetto, studiando attentamente come non solo esso venga illuminato, ma come e dove si formano le ombre, in modo da poter intervenire nei punti che volete schiarire. Per chi invece preferisse essere "guidato" nello studio di questa tecnica abbiamo in programma una serata dedicata al tema: in questo caso il titolo del workshop è "Bianco", speculare al workshop "Nero" sulla tecnica Low-Key: il punto di partenza è la difficoltà che incontriamo quando ci troviamo a fotografare soggetti bianchi su sfondo bianco, soprattutto quando si lavora nel mondo asettico della sala di posa. Come dobbiamo comportarci per ottenere il massimo dettaglio di un soggetto bianco e far sì che questo si imponga alla nostra percezione rispetto al bianco dello sfondo? Lo possiamo scoprire insieme giovedì 28 luglio qui in Accademia.
Fotografie di Antonio Crisà
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