Come promesso qualche tempo fa vi vogliamo tenere aggiornati sulle fatiche dei nostri fotografi e delle nostre fotografe in erba, gli allievi del corso di fotografia mod.1. Dopo l’uscita fotografica di dicembre, dove abbiamo sperimentato la street photography tra i vicoli e le bancarelle del Gran Balon (qui potete scoprire com’è andata) e temprato corpo e spirito ai primi freddi, è stata la volta della Torino notturna avvolta nella nebbia.
Tra le uscite previste nel corso di fotografia mod.1 è sempre compresa una notturna per sperimentare coi tempi lunghi, giocare con luci e ombre, imparare insomma a fotografare di notte e scoprirne la possibilità. Questo gennaio abbiamo avuto la “fortuna” di avere un elemento in più: una densissima e fredda nebbia che ha caratterizzato diverse notti torinesi. Nebbia e bruma sono in grado di modificare paesaggi naturali e urbani e di alterare la luce in modi veramente fotogenici. Ma se da un lato ci hanno regalato splendide immagini, cariche di fascino e mistero, dall’altro hanno messo a dura prova la nostra resistenza fisica, già provata dalle rigidissime temperature. Ma si sa, per qualche strano complotto, spesso le condizioni che permettono di fare foto più belle all’aperto sono decisamente sfavorevoli per i poveri fotografi (la pioggia, all’alba, il freddo, la neve, la nebbia…), che per altro non si sono lasciati intimorire e hanno affrontato coraggiosamente questa sfida. Ma quali sono stati i consigli per fotografare con la nebbia? Durante l’uscita abbiamo fatto attenzione a questi elementi:
esposizione e silhouette
tempi lunghi e mosso creativo
profondità della scena
fonti luminose e fasci di luce
Vediamoli insieme nel dettaglio.
Esposizione e silhouette
Se consideriamo una scena diurna trovare la giusta esposizione in condizioni di nebbia può non essere semplicissimo. La nebbia è un enorme diffusore per la luce: questo può essere un vantaggio dal punto di vista della luce di per sé perché illumina i soggetti in modo morbido e poco contrastato, ed è quindi più facile da gestire.
D'altro canto però, soprattutto se la fonte luminosa si trova davanti a noi, l’effetto diffusivo della nebbia crea una sorta di schermo luminoso rispetto a cui i soggetti inquadrati sono troppo scuri. Si ripresenta lo stesso problema che abbiamo già incontrato fotografando la neve e di cui abbiamo parlato in questo articolo: usando una modalità di tipo matrix o valutativa, la fotocamera vede una grande area molto chiara da cui viene ingannata e sottoespone, cercando di rendere la parte preponderante della scena, ovvero la nebbia, più scura e di conseguenza anche i soggetti. Se ci interessa ritrarre i soggetti con dettaglio, ci conviene quindi, usare la modalità spot, ed esporre su di loro. In alternativa si può decidere, come abbiamo fatto noi, di lasciare i soggetti scuri, esporre quindi sulla nebbia e giocare invece con le silhouette: le sagome, contro uno sfondo fumoso e indefinito creeranno immagini dal forte impatto grafico, donando mistero, fascino o malinconia.
Tempi lunghi
Un altro problema della nebbia come diffusore di luce è che ne riduce l’intensità, e visto che è probabile trovarla nelle ore della giornata che già sono poco luminose, sarà necessario allungare il tempo di posa tanto da non poter più scattare mano libera.
È sempre bene quindi avere con sé un treppiede, se non si vuole aumentare l’ISO o usare un’apertura più ampia. (Questo solo se non stiamo immortalando persone o oggetti in movimento nella nebbia e non vogliamo congelarne l'azione, perché in questo caso saremo proprio costretti ad aumentare l'ISO, supponendo di avere già la più ampia apertura possibile).
Nel nostro caso era notte, quindi già consapevoli di doverci confrontare con i limiti delle nostre fotocamere in quanto a luminosità. Trovandoci in un paesaggio urbano abbiamo quindi deciso di sfruttare le luci di mezzi in movimento, per "bucare" la nebbia e in alcuni casi, coi tempi lunghi, realizzare le classiche "strisciate" con le macchine in movimento e il mosso creativo.
Profondità della scena
Uno dei vantaggi di scattare in condizioni di nebbia è che enfatizza la profondità. Infatti, man mano che la distanza dei soggetti dalla fotocamera aumenta, la quantità di nebbia che si frappone tra loro e l’obiettivo è sempre maggiore. L'effetto è di desaturare gli oggetti più distanti e renderli man mano sempre meno visibili. Ideale è introdurre almeno un oggetto in primo piano che sia poco affetto dalla presenza della nebbia: in questo modo il contrasto tra esso e gli oggetti più lontani (di colori e di definizione) donerà un grande effetto di profondità alla vostra immagina. Questa, oltretutto, era una tecnica usata già nella pittura rinascimentale.
Fonti luminose
Anche le fonti luminose vengono enfatizzate dalla nebbia: se da un lato c'è l'effetto diffusore dall'altro rende molto visibili i fasci di luce (per esempio generati dal sole o da una fonte luminosa piazzata nella scena, come un lampione), soprattutto se il fascio di luce viene in qualche modo "bloccato" da un ostacolo (per esempio dagli alberi).
Post-produzione per concludere...
È naturale che le foto con la nebbia risultino un po’ grigie. Se questo si addice alle sensazioni che vogliamo trasmettere (per esempio, malinconia, tristezza) forse potrebbe non servire tanta post-produzione.
In caso contrario, sarà necessario probabilmente aumentare un po' la saturazione dei colori o la loro vividezza, e ridare un po’ di contrasto. Ciò servirà soprattutto se nella foto ci sono degli elementi di cui evidenziare colore e, ad esempio, la trama, per recuperare ciò che la nebbia ha tolto.
Sul versante opposto, come per esempio nel nostro caso di paesaggio urbano notturno, facilmente una foto con la nebbia si presta ad un trattamento in bianco e nero, che aggiunger fascino, mistero e quel tocco noir che a noi piace tanto.
E voi? Avete mai affrontato condizioni climatiche avverse per degli scatti magici?
Speriamo di avervi dato qualche spunto per sfruttare queste nebbie torinesi (e non).
Fateci sapere la vostra nei commenti!
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