Cianotipia - blue print
Corso breve monografico sulla stampa blu ai sali di ferro
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autunno 2024
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docente: Antonio Crisà (prof. di fotografia all’Accademia di Belle Arti)
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Costo: €140 (nel costo sono compresi tutti i materiali di consumo)
Il corso
Nell’ambito della sperimentazione sulle Antiche Tecniche Fotografiche, oltre ai corsi che prendono in considerazione diverse metodiche raggruppate secondo il criterio della complessità esecutiva, vi proponiamo una serie di “monografie operative”, ognuna dedicata a una sola tecnica.
Gli scopi sono molteplici; ne citiamo alcuni:
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la scarsa disponibilità di tempo per affrontare un corso “lungo”
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l’interesse esclusivo verso una tecnica
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la curiosità di “provare” per capire se questo mondo può interessarvi davvero
In ognuno di questi corsi brevi affronteremo in modo esaustivo una particolare metodica, dalla base fino a un livello che vi permetterà di continuare la sperimentazione in modo autonomo.
La cianotipia, o "stampa blu", fu scoperta nel 1842 dallo scienziato inglese Sir John Herschel (1792-1871).
Dal punto di vista fotografico il procedimento non fu molto popolare, a causa del caratteristico colore blu delle immagini ottenute.
Anna Atkins, nel 1843, fu la prima fotografa a utilizzare questa tecnica per scopi fotografici, pubblicando un libro con stampe fotografiche realizzate mediante processo cianotipico.
Dopo una caduta nel quasi totale oblio, oggi, con il crescente interesse per tutte le antiche tecniche fotografiche, la cianotipia vive una nuova fase di popolarità.
La tecnica è estremamente semplice e notevolmente flessibile, in quanto le immagini possono essere stampate su un'ampia gamma di materiali: carta, tessuto, pietra e metallo, vetro.
Si tratta quindi di una delle tecniche di stampa più semplici che utilizza i sali di ferro per creare un’immagine su carta o su altri supporti idonei.
Attenzione: semplice non significa banale! I risultati che si ottengono utilizzando questa tecnica sono affascinanti,
La tecnica base può assumere caratteri ben più complessi e diventare decisamente più complessa: possiamo migliorare la gamma tonale di un'immagine; possiamo virare il blu di Prussia in altre tonalità…
Le sperimentazioni possibili sono molte; per questo motivo la cianotipia è una tecnica molto flessibile e aperta alla ricerca personale.
A differenza dei sistemi di Talbot e Daguerre, che utilizzano la fotosensibilità dei sali d’argento, la cianotipia sfrutta quindi due sali di ferro (potassio ferricianuro e ferrico ammonio citrato) che mescolati insieme diventano sensibili alla parte ultravioletta della luce solare. Sensibilizzando una superficie (carta o altro) e esponendola alla luce del sole, o a una fonte di luce UV, dopo aver posizionato un negativo sopra la superficie stessa, otterremo una immagine fotografica positiva.
Questa tecnica è considerata la porta di ingresso all’universo delle tecniche di stampa antiche e alternative.
Come anche la tecnica Van Dyke (e molte delle altre tecniche antiche di stampa), la cianotipia si combina perfettamente con la tecnologia attuale. Il punto di partenza può essere una fotografia digitale da cui si otterrà la stampa definitiva, quell’opera unica così lontana dalla ripetibilità meccanica del digitale.
Obiettivi e requisiti
Due sono gli obiettivi fondamentali di questo corso:
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aprire la porta verso l’immenso mondo delle tecniche antiche e alternative di stampa;
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ottenere le prime “stampe uniche” partendo dai nostri file digitali
La semplicità (non la banalità…) della tecnica fa sì che possa essere considerato un corso propedeutico per affrontare tecniche più impegnative.
Si tratta quindi di un corso aperto a tutti e non è richiesto alcuna conoscenza pregressa.
Programma didattico
1 - Introduzione storico-teorico-tecnica. Preparazione delle soluzioni chimiche. Preparazione e sensibilizzazione della carta.
2 - Preparazione del negativo da un file digitale. Esposizione e “sviluppo” della cianotipia.
3 - Tecniche di viraggio: dal blu di Prussia alle altre tonalità possibili.
Iscrizioni e pagamento
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